Manifesto

"... Quello che noi promuoviamo è un'opera altamente ed essenzialmente civile e pacifica ... " (Dal manifesto di fondazione della "Dante" - 1889)

23.10.25

Lunedì 17 novembre, ore 18 – Conferenza di Orazio Attilio Carmelo Truglio sul tema “Gibellina e il sisma del Belice: L’arte come ricostruzione di una identità futura”

Lunedì 17 novembre, alle ore 18:00, presso Frogner bydelshus (Drammensveien 60, Oslo), l’architetto e paesaggista Orazio Attilio Carmelo Truglio terrà per i soci e gli amici del Comitato della Dante di Oslo una conferenza dal titolo:

Gibellina e il sisma del Belice:
 L’arte come ricostruzione di una identità futura

Alberto Burri, Grande Cretto o Cretto di Gibellina, 1984-1989

Nel cuore della Sicilia occidentale, tra colline e vigneti, sorge un paese la cui storia è un intreccio di dolore e rinascita: Gibellina. Nel gennaio del 1968, il devastante terremoto del Belìce distrusse interi centri abitati e con essi secoli di memoria e di vita.

Per quasi vent’anni, la popolazione di Gibellina visse sospesa tra ritardi, burocrazia, promesse mancate e progetti mai realizzati, mentre il tempo sembrava cristallizzato tra le macerie. È in questo contesto di incertezza che il sindaco Ludovico Corrao maturò una visione rivoluzionaria: comprendendo che una mera ricostruzione edilizia non sarebbe bastata a restituire identità e futuro a una comunità ferita, scelse di ripartire dalla cultura e dall’arte come fondamento di una rinascita autentica.

La sua intuizione diede vita a un progetto senza precedenti: non ricostruire il paese sulle rovine del passato, ma fondare una nuova città in un altro luogo, concepita come laboratorio di sperimentazione artistica e architettonica, guidata da una filosofia di vita innovativa, capace di unire memoria e modernità.

Corrao lanciò così un invito aperto a artisti, architetti e intellettuali di fama nazionale e internazionale, chiamandoli a immaginare e realizzare una città dove l’arte fosse parte integrante del tessuto urbano e sociale.

Alla chiamata di Corrao risposero numerosi artisti e architetti di fama nazionale, pronti a raccogliere la sfida di costruire una città che fosse non solo un luogo fisico, ma anche un manifesto di rinascita e sperimentazione. Il nuovo impianto urbanistico adottato si distaccò radicalmente dalla tradizione dei borghi siciliani, solitamente raccolti attorno a un centro compatto: la Nuova Gibellina nacque con uno schema aperto, proiettato verso il futuro, pensato come spazio di dialogo tra arte, architettura e comunità.

In questo contesto, sorsero opere monumentali, installazioni di arte contemporanea e architetture visionarie che trasformarono la città in un vero e proprio museo a cielo aperto, unico nel suo genere.

Eppure, a questa straordinaria ricchezza artistica si affianca una contraddizione profonda: la presenza di opere d’arte di rilevanza internazionale convive con un territorio spesso segnato dallo spopolamento e da un tessuto sociale fragile.

Proprio in questo paradosso risiede la forza simbolica di Gibellina: un'utopia realizzata, dove grandi ideali e difficoltà concrete si intrecciano, generando un luogo che ancora oggi interroga, ispira e commuove chi vi si avvicina.

Attraverso immagini, riflessioni e testimonianze, Orazio A. C. Truglio ci accompagnerà in questo viaggio affascinante tra memoria, arte e identità, mostrando come Gibellina rappresenti non solo una risposta al trauma del terremoto, ma anche una scommessa sull’arte come motore di coesione e trasformazione collettiva.

Una conferenza che invita a riflettere sul significato profondo del costruire, del ricordare e del reinventare i luoghi dell’anima.

Curiosità: Gibellina è stata ufficialmente proclamata “Capitale italiana dell’Arte contemporanea” per l’anno 2026. La nomina è stata annunciata il 31 ottobre 2024 dal Ministro della Cultura Alessandro Giuli, durante una cerimonia presso il Ministero a Roma, e Gibellina è la prima città in Italia a ricevere questo nuovo titolo istituito dal Ministero della Cultura

Orazio A. C. Truglio è architetto e paesaggista, con una lunga esperienza accademica e internazionale. Ha insegnato nei corsi di Storia dell’Arte dei Giardini e del Paesaggio e di Progettazione del Paesaggio.
Originario della zona dell’Etna, in Sicilia, ha conseguito un dottorato in Architettura del Paesaggio e, negli ultimi venticinque anni, ha vissuto e insegnato in diversi paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente. Prima di trasferirsi in Norvegia nel 2021, ha lavorato a Beirut, dove è stato docente presso l’Accademia Libanese di Belle Arti e, per otto anni, presso l’Istituto Italiano di Cultura.
Da alcuni anni tiene corsi di cultura e arte italiana in Norvegia.


Orazio Attilio Carmelo Truglio


L'esterno della chiesa madre di Gibellina progettata da Ludovico Quaroni




Panorama di Gibellina