Manifesto

"... Quello che noi promuoviamo è un'opera altamente ed essenzialmente civile e pacifica ... " (Dal manifesto di fondazione della "Dante" - 1889)

4.12.25

In ricordo di Diana Monteverde Haakonsen (1931–2025)

In ricordo di Diana Monteverde Haakonsen (1931–2025)




Il Comitato della Dante Alighieri di Oslo ricorda con profonda gratitudine Diana Monteverde Haakonsen, nata il 6 maggio 1931 e scomparsa a Oslo il 28 novembre 2025. Per molti decenni Diana ha dato un contributo fondamentale alla vita del nostro Comitato, del quale è stata socia attiva sin dagli anni Sessanta. Ha ricoperto, tra l’altro, il ruolo di segretaria, redigendo verbali e seguendo con dedizione e passione le attività associative.

Particolarmente preziose sono state le sue letture e i suoi commenti di passi della Divina Commedia a margine delle nostre conferenze del 2007 e 2008, momenti che molti soci ricordano con affetto e riconoscenza.

Oltre al suo ruolo all’interno della Dante Oslo, Diana ha svolto un’intensa attività di promozione della cultura italiana in Norvegia. Ha insegnato lirica italiana presso l’Università di Oslo ed è stata coautrice, insieme al prof. Magnus Ulleland, del dizionario norvegese–italiano pubblicato nel 1989, un’opera di riferimento tuttora apprezzata.

Il funerale avrà luogo mercoledì 10 dicembre, alle ore 13.00, presso Bygdøy kirke.

La "minneside" a lei dedicata riporta i versi della celebre canzone genovese “Ma se ghe penso…”, a testimonianza del profondo legame affettivo e biografico con Genova, città alla quale Diana è rimasta legata per tutta la vita.
Chi desidera lasciare un ultimo saluto o un pensiero personale può farlo direttamente su questa pagina commemorativa: 

La Dante Oslo si unisce al cordoglio della famiglia e conserva con gratitudine la memoria del lungo e generoso contributo di Diana Monteverde Haakonsen.

Estratto da una storica canzone in lingua genovese. Scritta nel 1925, è divenuta d'uso tradizionale e simbolo della cultura musicale ligure:

Testo in lingua genovese:

Ma se ghe penso alôa mi veddo o mâ,

veddo i mæ monti, a ciassa da Nonçiâ,

riveddo o Righi e me s'astrenze o cheu,

veddo a lanterna, a cava, lazù o Meu...

Riveddo a-a séia Zena iluminâ,

veddo là a Fôxe e sento franze o mâ

e alôa mi penso ancon de ritornâ

a pösâ e òsse dôve ò mæ madonâ.


Traduzione in italiano:

Ma se ci penso allora io vedo il mare,

vedo i miei monti e piazza della Nunziata,

rivedo il Righi e mi si stringe il cuore,

vedo la Lanterna, la cava, laggiù il molo...

Rivedo alla sera Genova illuminata,

vedo là la Foce e sento frangere il mare

e allora io penso ancora di ritornare

a posare le ossa dove è mia nonna.